Elda cap. 29, Accordi difficili

Questo capitolo è letto da Mario Clames

“Vedi… non è stato facile convincere i miei genitori, il fatto è che loro speravano in un matrimonio diverso. Sai, io sono il primogenito, per noi le proprietà sono la nostra ricchezza e la preoccupazione della mia famiglia è quella di vedere spezzettati i nostri terreni di generazione in generazione. Credimi, io sto facendo un passo coraggioso imponendo loro il nostro matrimonio e la cosa più importante è questa. Però non possiamo chiedere troppo. I miei genitori alla fine mi hanno detto che acconsentirebbero a condizione di una cerimonia molto intima, senza invitati, in modo che le due famiglie non abbiano necessità di conoscersi.”

Erano seduti al solito bar, Elda guardava fuori, ormai sembrava che non riuscisse ad ascoltarlo senza distrarsi con quel panorama, la vista del via vai in quella Piazza le dava la forza di rispondere:

“Vuoi dire che ci dobbiamo sposare in segreto, senza la mia famiglia?”

“E’ anche un modo per non metterli in imbarazzo. I miei capiscono che per voi non è possibile sostenere le spese della cerimonia, che spetterebbe ai tuoi, come l’abito e il corredo.”

“C’è stata una guerra, te ne sei accorto da lassù?” – rispose Elda, Augusto ebbe un moto d’imbarazzo.

“Io poi non vedo tutta questa fretta – continuò lei – i miei genitori hanno ancora bisogno di me e poi se venissi a stare a Pietralunga dovrei lasciare l’Università.”

“Pensi solo all’Università! Siamo sempre stati separati, io non ho voglia di aspettare ancora, ho lottato per il loro consenso! E tu? Ti vuoi tirare indietro? Ti prego, faremo tutto nella Cappella del Palazzo a Pietralunga, una cosa intima col velo di famiglia. Domani stesso, se vuoi, verrò a parlare con tuo padre.”

A questo punto Elda si addolcì, le piaceva l’irruenza di lui, si sentiva adulata. Ma la notte non dormì.

L’indomani Augusto si presentò con l’anello di fidanzamento, da solo.

Guglielmo era nel salotto ad aspettarlo, Wanda aveva preparato un rinfresco essenziale. Il colloquio fu breve e secco.

Inutile sottolineare quanto i coniugi Lorenzi avessero atteso quel momento, ma i modi di Augusto sconcertarono Guglielmo. Si adeguò alla prospettiva di una cerimonia frettolosa, prese atto del fatto che il giovane si fosse presentato senza i genitori, aggirando la cerimonia di consenso dell’intera famiglia a uno sponsale.

Volle però far capire ad Augusto che non aveva del tutto gradito quell’atto di superbia e accompagnando il futuro genero alla porta, gli rivolse parole perfettamente udibili dalla moglie e la figlia:

“La prossima volta ci farebbe piacere ricevere i suoi genitori.”

Augusto, a quanto pare, aveva la risposta pronta:

“Abbiamo avuto dei gravi danni al Palazzo della Marina e i miei genitori da molti mesi non scendono in città.”

Elda osservò suo padre: dopo la polmonite gli era rimasta la necessità di piegare leggermente la testa da un lato ogni volta che una qualsiasi emozione rendesse il respiro più affannoso e vide quel movimento del collo, come se fosse il fare compunto di chi sta ingoiando un boccone amaro.

Elda sapeva che i Baroni erano scesi più volte in città, li aveva anche visti nel palco alla prima del Teatro Massimo, sapeva inoltre che si erano riservati delle stanze, che usavano da pied à terre, nell’ala del Palazzo rimasta agibile. Lì Elda, in compagnia di Augusto, fu ricevuta qualche giorno dopo dalla futura suocera. Sembrava che la Baronessa, da quando era morta la Principessa, cercasse di scimmiottare la sua alterigia:

“Mi sembra molto romantico, mia cara, che abbiate preferito una cerimonia tanto riservata.”

…tratto dal romanzo Elda, vite di magnifici perdenti , di Maria Adele Cipolla

I capitoli illustrati verranno caricati ogni quattro giorni nella categoria Capitoli #progettoelda

Nella pagina Audiolibro #progettoelda si potranno ascoltare le letture di tutti i capitoli.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.