Riassunto di “Elda, vite di magnifici perdenti”

Maria Adele Cipolla

Elda, vite di magnifici perdenti

Sinossi

E’ una mattina del maggio 2004 a Palermo, Elda, sulla soglia degli ottant’anni, sta leggendo i necrologi sul giornale cittadino, quando scopre che è morto un suo amore di gioventù.

Capisce che con la morte dell’aristocratico Augusto può finalmente dimenticare una vicenda della sua vita che non le piace. Invece dal ricordo di quella storia inizia a porsi domande su sé stessa e la sua famiglia di origine, fino a ripercorrere l’intera sua vita.

Si rivede bambina sulla spiaggia di Mondello col fratello Giulio e la Zia Teresa, colei che dona ai bambini l’affetto negato da genitori vanesi e distratti, donna determinante nelle loro vite e nelle scelte future, personalità autonoma ed emarginata che per uno scatto di orgoglio femminile si arruola nella Croce Rossa. L’adolescenza dei due fratelli continua senza la zia in pomeriggi in cui è protagonista la lettura; poi il fascismo si impone con le sue divise e adunate mentre Elda, con grande orgoglio della mamma, diventa una bella ragazza da mostrare in società. La ragazza affronta con superficialità lo scoppio della guerra quando invece è costretta ad accorgersi del suo orrore nel pomeriggio del primo bombardamento. Il papà viene spedito al fronte e Elda sta per essere avvolta dalla tristezza e dalla paura, così cerca una via di fuga nell’amore lusinghiero del giovane aristocratico Augusto, anche se in un primo momento lui sembra avere soltanto un capriccio per lei.

La guerra incalza e la città si svuota, Augusto e la sua famiglia sono sfollati sulle Madonie dove hanno ricchi possedimenti, mentre la famiglia di Elda ha pochi mezzi e lei, Giulio, la mamma e la nonna riescono soltanto all’ultimo momento a trovare una sistemazione di fortuna a Santa Flavia, piccolo paesino a 20 chilometri da Palermo, dove è sfollata gran parte della borghesia palermitana. Lì la vita è dura e il cibo scarseggia. Augusto invita Elda a passare qualche giorno nel suo palazzo sulle Madonie e lei accetta incoraggiata dalla mamma, che spera in questo modo di sottrarre la figlia agli stenti dello sfollamento. Appena giunta, la ragazza viene colpita dall’opulenza e dall’abbondanza di cibo, anche se si pente di aver peccato d’ingenuità: quel contesto non l’accoglie come una dei suoi. Per un fortuito caso viene però presa come pupilla dalla nonna del ragazzo, l’austera “Principessa”, tanto altera quanto colta e intelligente, che decide di sfuggire alla noia di quelle stanze impartendo lezioni di letteratura e lingua francese all’allieva Elda. Il soggiorno viene prolungato e tutto sembra andare per il meglio quando la Principessa muore di morte naturale, mentre incalzano le voci sull’imminente sbarco americano. A questo punto Elda intraprende un viaggio avventuroso per tornare a Santa Flavia, prendendo coscienza della situazione e temendo qualche sorpresa al suo arrivo. Trova vivi i suoi familiari ma capisce di averli lasciati soli alle loro difficoltà. Giulio non ha mai approvato la frequentazione di Augusto, ma più che biasimarla smania per presentarle i suoi nuovi amici, nobili intellettuali che abitano la depéndance di una villa barocca a Bagheria (a due chilometri da Santa Flavia). Sbarcano gli americani e l’isola vive un’ubriacatura, Elda viene presentata agli amici di Giulio e comincia a confrontare quell’ambiente eccentrico e informale con l’austerità della casa di Augusto. Alla depéndance giungono alla spicciolata amici antifascisti che stanno per riorganizzare i partiti di sinistra nella Sicilia liberata, mentre ci si accorge che gli americani stanno sdoganando i capi mafia di ogni paese.

Per i siciliani la guerra è finita e si rientra in città, dove tutto è cambiato in meno di un anno. E’ cambiata anche la famiglia di Elda: i suoi genitori sono finalmente adulti e la zia Teresa ha fatto carriera nella Croce Rossa. Si sopravvive come si può, con gli aiuti americani e pagando i viveri alla borsa nera. C’è però una voglia di riscatto collettivo, di recupero dell’orgoglio perduto, che contagia anche Elda, la quale al contempo intuisce che la famiglia di Augusto faccia parte di una catena di connivenze che ha favorito la borsa nera. L’amore per il giovane viene pian piano messo all’angolo, quando inaspettatamente lui giunge in città. Sembra che fra i due si sia creato uno spartiacque ma questo accende in Augusto un sentimento di sfida, è più innamorato di prima e riconquista Elda; è anche disposto a sposarla superando le resistenze della sua famiglia. Ma quando il matrimonio è a portata di mano, la ragazza capisce che non è più quello che lei desidera, è cambiata e non vuole tornare indietro, così rompe dolorosamente il fidanzamento.

Elda si immerge nella nuova febbrile vita cittadina. E’ già iscritta all’Università, è amica di Ottavia, una ragazza vitale ed eccentrica, conosce tanti giovani e respira la rinascita intellettuale che ha sede alla Libreria Flaccovio, dove finalmente si possono sfogliare i libri che prima erano tenuti prigionieri dietro i banconi.

Fra i suoi amici c’è qualcuno già attivo nel partito comunista e quando Elda scopre che un suo stimato professore del liceo è caduto mentre combatteva la lotta partigiana, decide anche lei di iscriversi, mentre Giulio, più attratto dal mondo intellettuale, preferisce avere un ruolo politicamente defilato, anche se pur sempre a sinistra.

Elda ora diventa una giovane attivista comunista insieme all’amica Ottavia, scrive in un giornale del partito (La voce della Sicilia, anche se non viene apertamente nominato) e si innamora di Pietro Santelia, fratello del capopopolo Ignazio (che poi sposerà Ottavia). Partecipa al movimento per l’occupazione delle terre (seguito all’approvazione dei decreti Gullo) e si ritrova sul versante opposto a quello della famiglia di Augusto. Vive anche l’emozione della vittoria elettorale del 2 giugno ‘46 e si sposa con Pietro all’indomani della clamorosa vittoria del Blocco del Popolo alle regionali del ‘47. Ma il loro piccolo viaggio di nozze viene interrotto dalla notizia della strage di Portella delle Ginestre, tornano precipitosamente e si immergono in una campagna elettorale pesante e perdente, quella per le politiche del 48. Tutto va male, compagni e sindacalisti vengono uccisi nelle campagne, c’è scoraggiamento e si perde. Giulio riesce a distrarre Elda e Ottavia dalla pesantezza delle stanze di partito, coinvolgendole nell’attività del cineclub che ha fondato a Palermo insieme ad altri giovani intellettuali e a loro si unisce anche Pietro.

Qualche anno dopo vediamo le tre coppie alla villa di Bagheria (Elda e Pietro, Ignazio e Ottavia e Igea e Vittorio) con i loro bambini piccoli e Giulio scapolo, Igea e Vittorio stanno per lasciare la Sicilia ma l’occasione fa riflettere sui benefici della campagna e così Elda, Pietro, Ignazio, Ottavia e Giulio si imbarcano nell’acquisto di un podere abbandonato dove impiantano una sorta di comune, un buen retiro che accoglie nel tempo libero compagni di partito e intellettuali. Ci sono però già le prime disillusioni seguite ai fatti d’Ungheria che portano Pietro alla decisione di defilarsi dagli incarichi di partito, per scrivere a tempo pieno in un giornale del pomeriggio di proprietà di una società editoriale legata indirettamente al PCI (si tratta del giornale L’Ora, anche se viene sempre chiamato “il giornale”). Dopo qualche anno anche Elda e Ottavia diventeranno redattrici fisse del giornale. Nel frattempo Ignazio segue una gratificante carriera politica all’interno del PCI, mentre Giulio fonda una piccola casa editrice.

Arriva il boom economico, Elda, Pietro, Ignazio e Ottavia, che occupano due appartamenti attigui in un palazzo in via XX Settembre, crescono i loro figli in modo anticonvenzionale e la richiesta dei piccoli Dario ed Emma di prendere la prima comunione insieme ai loro compagni di classe, mette in crisi il gruppo di genitori, osservati con cinismo e sarcasmo da Giulio, che invece non ha figli né un legame stabile. Il gruppo familiare composto da cinque adulti e cinque figli segue gli avvenimenti del 1968: il terremoto e le occupazioni delle scuole. I ragazzi (Ruggero e Dario, figli di Elda e Pietro; Emanuele, Davide e Emma figli di Ottavia e Ignazio) iniziano ad occuparsi di politica ognuno con una posizione diversa pur sempre a sinistra e i pranzi familiari sono popolati da discussioni molto accese. Una sera Emanuele e Davide subiscono un violentissimo agguato con spranghe di ferro da parte di un gruppo di fascisti, è un momento molto drammatico e Ignazio capisce che le sue permanenze nella capitale (è stato Deputato e adesso è Senatore) l’hanno reso estraneo ai suoi figli, si accorge che il suo primogenito Emanuele è un ragazzo abbastanza enigmatico e cerca a piccoli passi di instaurare un rapporto con lui. Ottavia invece decide di riunire la famiglia trasferendosi a Roma con i ragazzi, ma proprio dopo ver visto una casa da affittare perde la vita nel disastro aereo di montagna Longa. Dopo la tragedia Emanuele e Davide riescono a riprendere a fatica la loro vita ma Emma, la terza figlia tredicenne, resta in balia di se stessa e dopo qualche tempo diviene dipendente della droga pesante messa in commercio a Palermo dalla criminalità mafiosa. Nel frattempo Emanuele, dottorando a Torino, pur non essendone coinvolto, entra per caso in contatto con alcuni componenti di una cellula delle brigate rosse e ne resta sconvolto. Emma passa degli anni fra disintossicazioni e ricadute fino a quando riesce pian piano ad uscire dalla spirale, pur restando una persona estremamente fragile. Giulio, che è diventato un simpatico intellettuale, misogino ed eccentrico, continua a considerare gli abitanti di via XX Settembre la sua famiglia, dispensa consigli sarcastici e non richiesti sull’educazione dei figli, ma riesce ad avere quello sguardo obiettivo e disincantato che manca ai genitori. Assume nella sua casa editrice prima Dario e poi Emma, la quale innesca un processo virtuoso che la porta a completare gli studi che aveva abbandonato e ad acquistare fiducia in se stessa. I cinque adulti iniziano ad invecchiare mentre si affaccia una terza generazione. Negli anni ottanta Giulio anticipa la sua morte per tumore, ricorrendo all’aiuto di un giovane medico. Negli anni novanta un quieto pomeriggio di primavera in campagna, viene bruscamente devastato dalla notizia della strage di Capaci. Elda e i suoi familiari partecipano ai funerali e si fanno promotori delle proteste che seguiranno a Palermo.

La giornata dei preparativi di Elda (un sottile rimando a Mrs. Dalloway) è un brusco ritorno all’attualità. Dai suoi monologhi interiori e dai dialoghi con i suoi familiari si ricostruisce da diverse prospettive la vita dei nostri protagonisti, i dubbi, i disincanti e le lacerazioni, la rinascita dell’impegno dopo le stragi di mafia del 1992, il felice interludio dell’amministrazione Orlando. Le vicende personali si intrecciano con quelle politiche: il timore di Pietro che suo figlio Ruggero si stia spostando a destra, il pentimento di Elda per il suo integralismo comunista che non le ha permesso di comprendere gli animi più disincantati di Giulio ed Ottavia, la delusione di Davide dopo il movimento studentesco del ‘68.

Su queste vite schive ed esemplari pesa la difficoltà di vivere in una città percepita come nemica, assediati in un palazzo in via XX Settembre, nell’unico collegio elettorale di sinistra della città. C’è però l’orgoglio di rappresentare un esempio di correttezza ed onestà per se stessi, per i propri figli e nipoti, di costituire una linfa vitale pronta a rimettersi in gioco ancora una volta, quando i siciliani avranno una nuova, sporadica, pulsione alla ribellione. L’emozione per la riunione familiare ha così il sopravvento, arrivano tutti, anche chi si temeva non ce la facesse a liberarsi dai propri impegni e Elda può recitare il ruolo di matriarca, giungendo finalmente in sala da pranzo con una pirofila di “pasta con le sarde”.

Comments

4 comments on “Riassunto di “Elda, vite di magnifici perdenti””
  1. Claudia Spinnato ha detto:

    Grazie Mariadele,
    è da un pò che cercavo una storia da leggere di quelle che ti accompagnano e che sai che la sera ti aspettano sul comodino e hai voglia di riprenderle. E mi sono imbattuta nel tuo riassunto. A volte è come se qualcosa ti venisse incontro. La nostra storia, le nostre radici, di quelli come noi senza rappresentanza… 🙂

  2. Carlo Columba ha detto:

    Grazie Mariadele, ho scaricato la versione pdf.
    Mi ha colpito, durante la lettura della presentazione, questo grande sentimento di radicamento in questa città. Mi ha fatto pensare ad una “palermitanitudine” bella e antica!

    1. grazie a te, spero ti piaccia!

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