Il fatto davvero grave è che in tre di questi casi siano state delle istituzioni pubbliche (pagate con i soldi dei contribuenti) a veicolare messaggi scorretti o potenzialmente criminali, cadendo anch'esse in quella ricerca del consenso che fa a meno dell'etica e del buon senso. Deprimente, infine, il fatto che le tante persone indignate, nel tentativo di censurare questi episodi abbiano contribuito a darne visibilità.