Le due cognate sposavano nuove teorie pedagogiche volte a responsabilizzare i bambini, concedendo loro il massimo della libertà. Ottavia aveva un’intensa vita sociale fra vernissage, concerti, presentazioni letterarie e rassegne cinematografiche e quando era a casa stava nel suo studio a dipingere o a scrivere recensioni. Elda spendeva quasi tutta la giornata fuori casa fra il lavoro al giornale e l’attività di sezione. La sera le due case ricevevano fino a tardi, non proprio occasioni formali anzi, veniva gente di ogni tipo vestita in qualsiasi modo.
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Elda cap. 42, Il Boom
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Elda cap. 41, Il giornale
Scesero al sotterraneo, sembrava un vero inferno dantesco, scarso di luce e con i muri intrisi di una fuliggine grigiastra; tutto era grigio, dai vetri alle macchine, dalle facce ai grembiuli. Al centro c’era una gigantesca rotativa che faceva un rumore martellante, mentre intorno si aggiravano folletti ghignanti, gli unici a non avvertire quell’inquinamento acustico e ambientale.
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Elda cap. 40, La campagna
La domenica seguente si organizzò una spedizione aggiungendo al gruppo anche Ignazio, che da Deputato Regionale era l’unico che poteva chiedere un mutuo. La masseria era leggermente in collina e si arrivava da una trazzera costeggiata da cipressi, era maggio e in lontananza si vedevano degli edifici quadrati che si affacciavano su una corte, il più grande aveva una sua eleganza con un intonaco rosa screpolato su cui erano tracciati dei grossi rettangoli e una specie di smerlo sulla sommità, per gran parte ricoperta di glicine. “Ma è un posto stupendo!” – fece Ottavia.
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Elda cap. 39, Il circolo del cinema
Il circolo divenne il luogo preferito dei giovani palermitani al punto da essere corteggiato da altri gestori di cinema. Per la stagione 1951-52 stava in cartellone La Terra Trema di Luchino Visconti che conteneva un messaggio politico molto esplicito, la censura si accanì contro la pellicola al punto che il circolo ebbe proibizione di trasmetterla in città. I giovani soci però riuscirono a gabbare i censori proiettandolo in un piccolo cinema di Monreale e assicurandosi centinaia di spettatori col solo mezzo del passaparola.
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Elda cap 38, A mani nude
“Pietro, c’è stata una strage a Portella delle Ginestre! Mentre c’era il comizio hanno sparato dai monti lì attorno e hanno ammazzato undici compagni[1], ci sono decine di feriti fra cui donne e bambini. Stiamo cercando di evitare il peggio. I compagni vogliono andare a prendere i mafiosi a casa per ammazzarli. Li Causi ha detto di mantenere la calma, ma la situazione è difficile e ci può scappare di mano, forse sarebbe meglio che tornaste.”
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Elda cap. 37, Anni intensi
Il matrimonio fu frettoloso, festeggiato soltanto da confetti e spumante italiano. Gli sposi furono accompagnati al molo del Postale di Napoli, con il quale sarebbero salpati per un breve viaggio di nozze in Italia. Pietro aveva ricevuto in dono da suo padre una macchina fotografica Rolleiflex, con la quale ritrasse, dalla nave, la folla che si era radunata al molo per salutarli.
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Elda cap. 36, Elda e Pietro
C’era voluta una grande vittoria per dare a quei ragazzi il coraggio di dirsi la verità, avevano atteso per mesi quel momento e volevano goderselo tutto, nient’altro aveva importanza, nemmeno la fine di una monarchia.
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Elda cap 35, Un matrimonio diverso
Quel giorno lo sposo mostrava tutta la gioia che aveva in corpo, abbracciava continuamente Ottavia guardandola compiaciuto, era felice di avere attorno tutte le persone che gli erano care, poter vedere riuniti i suoi genitori, la sua nuova famiglia e i compagni del partito; in fondo, pensava Elda osservandolo, a suo modo sarebbe stato un marito affettuoso e Ottavia aveva sufficiente allegria per tutti e due.
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Elda cap 34, La Redazione
Ci volevano due sguardi benevoli per sopportare la vista della Palermo devastata, violentata, stravolta: della chiesa di Santa Lucia al Borgo, completamente distrutta, si vedevano soltanto le colonne ioniche, via Emerico Amari aveva palazzi crollati per metà o del tutto e per terra i cumuli di macerie costringevano le biciclette a contorti passaggi obbligati. Elda e Pietro, come gli altri ragazzi italiani di quel dopoguerra, sembravano cuccioli svezzati nello spazio angusto di una tana, per difendersi da un predatore sempre diverso e sempre in agguato: bombe, soldati tedeschi e poi soldati americani. Avevano le zampe che volevano scalciare perché nulla era ancora stato loro concesso dei desideri della giovinezza, come correre a perdifiato, schiamazzare per strada, ridere sotto un lampione.
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Elda cap. 33, Con papà
“Ti prego! Non c’è bisogno che parli a tuo padre come se fossi a un comizio. Io posso anche darti ragione... ma che bisogno c’è di urlare con le bandiere in mano? Sovvertire tutto? Avete ragione, il fascismo è stato un completo disastro, ma non possiamo passare da una dittatura all’altra! I comunisti sono intransigenti, violenti, non è questa la maniera di cambiare le cose!”