“Elda, vite di magnifici perdenti” di Maria Adele Cipolla, dopo 18 anni torna nel luogo in cui è stato pensato e scritto, durante una turbolenta stagione di incontri carbonari. Ne parleranno con l’autrice Antonio Riolo e Marco Pomar, letture di Maurizio Spicuzza, come allora saranno di conforto bibite e biscottini. #eldavitedimagnificiperdenti #mariaadelecipolla #progettoelda #romanzostorico #romanzoillustrato #palermo #sicilia #sagafamiliare #sagasiciliana
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Elda a Palermo, all’Atelier Co-Work di via XX Settembre
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Elda cap 26, Rientro in città
S’incamminarono a piedi fra le macerie in una coltre bianca che era la polvere delle demolizioni, l’intera città ne era ricoperta e questo era un particolare che non avevano previsto... al posto di ogni vetrina stava un tavolino con delle bottiglie di vino e sedute a banchetto qualche ragazza e un'improvvisata tenutaria. Quelle erano state ragazze perbene.
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Elda cap 25, Ultimi giorni d’estate
In quello scorcio di fine estate le discussioni più animate avvenivano spesso nella spiaggia dell’Olivella, allora pulita e con una sabbia fine e chiara, anche se meno bella di quella di Mondello. “Siamo forse degli incoscienti a venire qui - diceva Giulio - le spiagge sono tutte minate.” “No... - rispondeva Pippo - in paese dicono che le mine, non appena collocate, sono state tolte a una a una dai contadini.”
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Elda cap 24, I fratelli Santelia
A Villalba vive un certo Don Calò Vizzini che è il capomafia di tutta la Sicilia. Per suo tramite tutto il paese sapeva il giorno esatto in cui dovevano arrivare gli americani, infatti quel giorno ci vediamo arrivare ‘sti carri armati e scende un soldato con un foglio in mano, si mette a leggere con l’accento che hanno i figli degli emigrati, dice: Don Calò Vizzini e nel mentre Don Calò arriva con un fazzoletto... hai capito? Erano già appattati.
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Elda cap 22, Gli americani
Fu davvero un’ubriacatura: giorni di festa in cui le jeep si susseguivano sempre più numerose, circondate da bimbi laceri e ragazze imbellettate. I soldati americani si mischiavano alla folla, alti e muscolosi, freschi nelle divise estive, con solide scarpe scricchiolanti, offrivano dolciumi, sigarette, cioccolata, polvere d'uovo e di latte, strane conserve, pane bianco e scatolette di carne: spam, meat and vegetables, chili con carne.
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Elda cap. 21, Lo sbarco
...i soldati italiani e tedeschi erano fuggiti lasciando incustodito a Bagheria un magazzino per l’ammasso del grano. La folla era impazzita, arrivando da tutti i paesi vicini, persino i pescatori di Porticello giungevano con le barche alla tonnara di Solanto. Per tutta la mattina si vide gente che andava e poi tornava con il grano nei sacchetti, nei grembiali, nelle tovaglie, mentre Don Ciccio, quel tipo losco che camminava col fucile in spalla a vendere a caro l’acqua dei pozzi, uscì in piazza con le mani in fianco rimproverando la gente: “Chi iè sta cunfusioni? N’ama a fari accanusciri, amà fari truvari tuttu lordo? C’anna diri i ’miricani?
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Elda cap. 18, Nostalgia di casa
Quei tipi loschi, che i nobili di tanto in tanto ospitavano nelle proprie foresterie, adesso giravano per i paesi dando istruzioni alla popolazione; consigliavano ai giovani in procinto di partire per il fronte di nascondersi in campagna per qualche tempo, ai militari in licenza di disertare, ai gerarchi fascisti di indossare abiti civili e non farsi vedere in giro: le truppe angloamericane erano già sbarcate a Pantelleria e la piccola isoletta siciliana si era arresa l’undici di giugno, a questo punto si attendeva lo sbarco in Sicilia. “Signorina, parta adesso, tutti dicono che gli americani stanno arrivando, non si sa cosa potrà succedere dopo”