“Ti prego! Non c’è bisogno che parli a tuo padre come se fossi a un comizio. Io posso anche darti ragione... ma che bisogno c’è di urlare con le bandiere in mano? Sovvertire tutto? Avete ragione, il fascismo è stato un completo disastro, ma non possiamo passare da una dittatura all’altra! I comunisti sono intransigenti, violenti, non è questa la maniera di cambiare le cose!”
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Elda cap. 33, Con papà
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Elda cap. 32, I compagni
Chiunque popolava quelle stanze aveva i pugni stretti in tasca e la frustrazione di non poter partecipare direttamente alla lotta partigiana, con la consapevolezza che la storia stava decidendosi altrove. Anche se lise e accomodate, le giacche erano sempre scure, spesso accompagnate ai baffi, ai capelli pettinati all’indietro e alle sigarette senza filtro fumate con smodatezza... I giovani dirigenti cercavano masse da coinvolgere nella rivoluzione e in Sicilia potevano trovarle soltanto nelle campagne, anche se il partito sembrava restio a coinvolgere i contadini. Erano perciò determinati a imporre una linea che ripartisse dalle antiche lotte dei Fasci Siciliani
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NOI, come dobbiamo chiamarci?
Sono passati trent'anni dai crolli, dalle lacrime e dalla stura all'oblio, penso che questa sia la distanza temporale necessaria per un'onesta e serena riflessione.