Il matrimonio fu frettoloso, festeggiato soltanto da confetti e spumante italiano. Gli sposi furono accompagnati al molo del Postale di Napoli, con il quale sarebbero salpati per un breve viaggio di nozze in Italia. Pietro aveva ricevuto in dono da suo padre una macchina fotografica Rolleiflex, con la quale ritrasse, dalla nave, la folla che si era radunata al molo per salutarli.
-
-
Elda cap. 37, Anni intensi
-
Elda cap. 36, Elda e Pietro
C’era voluta una grande vittoria per dare a quei ragazzi il coraggio di dirsi la verità, avevano atteso per mesi quel momento e volevano goderselo tutto, nient’altro aveva importanza, nemmeno la fine di una monarchia.
-
Elda cap 35, Un matrimonio diverso
Quel giorno lo sposo mostrava tutta la gioia che aveva in corpo, abbracciava continuamente Ottavia guardandola compiaciuto, era felice di avere attorno tutte le persone che gli erano care, poter vedere riuniti i suoi genitori, la sua nuova famiglia e i compagni del partito; in fondo, pensava Elda osservandolo, a suo modo sarebbe stato un marito affettuoso e Ottavia aveva sufficiente allegria per tutti e due.
-
Elda cap 34, La Redazione
Ci volevano due sguardi benevoli per sopportare la vista della Palermo devastata, violentata, stravolta: della chiesa di Santa Lucia al Borgo, completamente distrutta, si vedevano soltanto le colonne ioniche, via Emerico Amari aveva palazzi crollati per metà o del tutto e per terra i cumuli di macerie costringevano le biciclette a contorti passaggi obbligati. Elda e Pietro, come gli altri ragazzi italiani di quel dopoguerra, sembravano cuccioli svezzati nello spazio angusto di una tana, per difendersi da un predatore sempre diverso e sempre in agguato: bombe, soldati tedeschi e poi soldati americani. Avevano le zampe che volevano scalciare perché nulla era ancora stato loro concesso dei desideri della giovinezza, come correre a perdifiato, schiamazzare per strada, ridere sotto un lampione.
-
Elda cap. 33, Con papà
“Ti prego! Non c’è bisogno che parli a tuo padre come se fossi a un comizio. Io posso anche darti ragione... ma che bisogno c’è di urlare con le bandiere in mano? Sovvertire tutto? Avete ragione, il fascismo è stato un completo disastro, ma non possiamo passare da una dittatura all’altra! I comunisti sono intransigenti, violenti, non è questa la maniera di cambiare le cose!”
-
Elda cap. 31, La vita nuova
L’antifascismo era ormai scontato e quei ragazzi avevano un’energia incontenibile, erano fieri e malvestiti e passeggiavano lungo la via della Libertà respirando l’aria di una vita da conquistare, finalmente! Mentre all’orizzonte s’intravedevano vincoli da spezzare e libertà da ottenere: via la monarchia e sì al voto anche alle donne.
-
Elda cap. 30, Preparativi e ripensamenti
Sua madre si rese conto che il matrimonio avrebbe comportato ulteriori spese. La biancheria buona di famiglia era stata lasciata al Monte di Pietà senza che ci fosse stata la possibilità di riscattarla. Un pomeriggio madre e figlia andarono in giro fra le mercerie e i negozi di tessuti di via Maqueda, per comprare della stoffa per lenzuola da far ricamare alla nonna. “Almeno un paio - diceva Wanda a sua figlia - giusto per non farti arrivare li senza neanche una pezza.” Mentre indugiavano lo sguardo su merce che non potevano permettersi, Elda non resse più: “Sarebbe meglio che non mi sposassi…”
-
Elda cap. 29, Accordi difficili
Erano seduti al solito bar, Elda guardava fuori, ormai sembrava che non riuscisse ad ascoltarlo senza distrarsi con quel panorama, la vista del via vai in quella Piazza le dava la forza di rispondere.
-
Elda cap. 28, Un pacchetto dalle Madonie
Wanda, con indosso il grembiale, cercò di darsi un contegno mentre osservava attraverso gli occhi di costui la miseria della propria abitazione, a coronamento della quale c’era un catino di zinco al centro della sala d’ingresso che raccoglieva l’acqua piovana.
-
Elda cap. 27, Pane e Panelle
...alla sede dell’AMGOT di via Bari c’è bisogno di personale per coordinare lo smistamento degli aiuti, sono sicura che sarai all’altezza di quel lavoro.” Teresa non dovette faticare a ottenere il posto per la cognata, che si rivelò una lavoratrice precisa e instancabile, riuscendo anche a farsi rispettare. Capiva tanti aspetti della guerra e della ricostruzione e contribuiva all’economia della famiglia. Ogni giorno, tornata a casa, aveva un gran raccontare a tutti.