L’anno scolastico dei miei esami di maturità fu il 1974/75 quando, a seguito di una recente riforma ministeriale, gli esami si erano trasformati da incubo a piacevole occasione di approfondimento. Si trattavano due materie allo …
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Io, Elio Vittorini, i miei professori e la gioia di una buona conversazione
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La memoria in quello sguardo
Era un pomeriggio di primavera del 1980, io avevo 23 anni e lui 56, dieci di meno della mia attuale età; tornavo dal mare e da una giornata piacevole quando, alzando gli occhi da un …
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Elda a Palermo, all’Atelier Co-Work di via XX Settembre
“Elda, vite di magnifici perdenti” di Maria Adele Cipolla, dopo 18 anni torna nel luogo in cui è stato pensato e scritto, durante una turbolenta stagione di incontri carbonari. Ne parleranno con l’autrice Antonio Riolo e Marco Pomar, letture di Maurizio Spicuzza, come allora saranno di conforto bibite e biscottini. #eldavitedimagnificiperdenti #mariaadelecipolla #progettoelda #romanzostorico #romanzoillustrato #palermo #sicilia #sagafamiliare #sagasiciliana
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Il passaparola
E alla fine non c’è miglior pubblicità del passaparola, di chi ti consiglia un libro perché poi ne vuole parlare con te, magari aggiungendo “ero triste alle ultime pagine, perché la mia lettura stava finendo”. …
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Le Cicatrici D’oro
Si tratta di un romanzo storico ambientato in Sicilia a metà degli anni Sessanta, prima dell’onda ribelle dei moti studenteschi. Rita è moglie e madre ideale nella Palermo borghese quando, improvvisamente, il suo mondo ovattato va in pezzi.
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Il senso dei palermitani per la terra
Il verde a Palermo è quindi carbonaro, si impone in modo sovversivo approfittando della mancata vigilanza, esplode in forma erbosa fra le pietre dei basolati, ciuffi di cappero si insinuano fra le pietre dei muretti, arbusti di fico fuoriescono dai buchi dell'asfalto, viti coltivate fra le sporcizie di un marciapiede e poi poi avviate ad arrampicarsi lungo il tubo della gronda per tre o quattro piani.
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Elda, 55° e ultimo capitolo
…e loro erano rimasti lì, dei romantici perdenti arroccati come carbonari in quel palazzo… ma se loro erano i perdenti, chi erano i vincenti? I mafiosi che vivevano braccati dentro le stalle, nelle stesse condizioni di vita dei contadini del dopoguerra?
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Elda cap. 54, L’attentatuni
Dai balconi si affacciava la gente e molti, tantissimi, scendevano in strada e si univano alla catena. Si vedevano moltissimi lenzuoli alle finestre e ai balconi, alcuni scritti, altri semplicemente bianchi. Ai crocicchi delle strade c’erano gruppi che aspettavano la catena per unirsi: boyscout in divisa, preti con i propri parrocchiani; poi i gruppi diventarono folle di persone. La maggior parte di quella popolazione non riuscì mai ad arrivare a destinazione, tanto era affollato quel tragitto di oltre due chilometri, che poi in via Notarbartolo si trasformava in una calca impenetrabile.
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Elda cap. 47, Foglie al vento
“Ragazzi, fece Elda più ragionevole – dateci il tempo di ricevere il colpo - quando avevo la vostra età credevo che il massimo della trasgressione fosse rappresentato dai rapporti prematrimoniali. Noi di questi discorsi non riusciamo a capire nulla.” “Andiamoci con calma” - fece Pietro girandosi verso di loro e cercando di rientrare in se - ma non lo sapete che con questa roba si muore?” “E perché non lo dici a zio Giulio, con tutto il whisky che si beve?” - fece Ruggero. “Sei un insolente villano!” - urlò Pietro “Ruggero, questo colpo basso da te non me l’aspettavo.” - fece Elda. “Mi state facendo sentire male!” “Papà scusa, ma perché te la pigli con tutti e due? Io che c’entro? Io in quella lista non ci sono.” - disse Dario “Ma quanto sei fifone – gli rispose suo fratello
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Elda cap. 46, Perdite
Ignazio afferrò la cornetta e ascoltò l'ultima parte della conversazione, gli si ammollarono le gambe e si buttò nel divano, impietrito, a guardare il vuoto.