Alla ricerca del Ficus dei Cantieri Culturali della Zisa

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Negli anni novanta a Palermo si respirava un’atmosfera di Rinascita culturale e chi lavorava nel mondo dello spettacolo aveva a disposizione un posto magico, chiamato “I cantieri culturali della Zisa”, dove in ogni capannone si creava uno spettacolo diverso. Durante le pause di lavoro attori, registi, scenografi, costumisti, sarte, tecnici dello spettacolo, consumavano un pasto informale sotto un ficus monumentale. Ti capitava anche di poter condividere la tua creatività con personaggi come Pina Baush, Harol Pinter, Thierry Salmon, Jerome Savarin. Le cose adesso sono molto cambiate, in Italia e a Palermo; molti di noi sono pressati dall’emergenza quotidiana di difesa dei principi fondamentali di uno stato di diritto, così non si pensa quanto invece si è perso nel campo della cultura e dello spettacolo. Ma quello che succede nel nostro mondo non è secondario, anzi, sembra che attaccare il mondo della cultura sia una strategia ben precisa, verso una omologazione da grande fratello. Vorrei ricominciare dal mio Ficus, un grosso ombrello dalle foglie larghe, posto ideale per lo scambio della creatività e della conoscenza, capace soprattutto di farti vivere bene, nella speranza che si riesca ad uscire dall’isolamento ed avere un’altra rinascita culturale.

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