E adesso arriva l’iPad

Il mio precedente post sull’e-book è stato accolto con una palpabile diffidenza, a parte il commento positivo di Leonarda. Nel frattempo la Apple ha presentato ieri il suo iPad,  magico ed elegante come tutti i prodotti della meravigliosa mela. L’iPad consente di fare tutto ciò che si fa con un portatile (collegarsi, occuparsi della posta, scrivere, leggere libri, giornali e riviste) ma con dimensioni e peso specifico molto ridotti, contiene di tutto (musica, file, immagini, video) e solletica il sogno nascosto di ognuno di portarsi la casa appresso come fa una lumaca. Sarà difficile resistervi, anche se la mia tattica è quella di aspettare la seconda generazione di ogni gadget, in attesa di capire quale sarà il formato supportato universalmente e vedere abbattere i prezzi.  Dovrò quindi attendere un anno o due ma è inutile dire che lo vorrei già fra le mani. Non ho ancora capito, e forse non lo sa neanche chi l’ha creato, quante cose effettivamente si faranno con questo tipo di oggetto, forse ognuno si orienterà verso ciò che gli è più congeniale, ma è un fatto che a breve distanza dal lancio in America del Kindle e degli altri lettori di e-book, la Apple riesce ad uscire fuori, diremo proprio dalla tasca, un lettore che riproduce magnificamente le immagini a colori (era l’unica pecca degli altri lettori di e-book).

Il vero dilemma sarà scegliere il formato: chi lavora molto con le immagini come me sarà più orientato verso un  gadget come l’iPad, che però è più grande e quindi meno pratico da portare sempre con se, mentre chi lo vorrà usare per leggere romanzi e sentire musica sceglierà il formato più piccolo. E’ chiaro che avere con se musica e testo nello stesso aggeggio sarà un fatto rivoluzionario che non potrà portare altro che ad incentivare l’atto della lettura. E cosa succederà al mondo figurativo? Io già non tocco un pennello o un pennino da 5 anni, perché disegno e coloro con la tavoletta grafica, non ho più gli enormi cassetti di un tempo dove conservavo le mie opere, non le stampo neanche e utilizzo sempre meno perfino lo scanner, tutta la mia professione passa ormai attraverso una realtà virtuale, dal disegno tecnico a quello figurativo. Forse io sono un’eccezione e tendo a correre troppo, ma è grazie alla tecnologia che sono riuscita a superare le difficoltà fisiche dovute all’artrite, per me l’innovazione è sempre benvenuta e pazienza per la carta, ne soffriranno meno le foreste.

MEDIA-TREK di Ernesto Assante

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