Pensioniamolo dalla nostra storia

Ormai cadono le braccia ad ogni sua battuta e non ci si stupisce più di nulla, il personaggio è quello che è e sarebbe impensabile aspettarsi dalle sue labbra parole sensate, soprattutto adesso che lui si sente braccato. Straparla nel tentativo, spesso riuscito, di soverchiare di battutacce le nubi che si addensano sul suo comportamento. Il problema ormai non è quel che dice ma perché sta lì. Il mondo è pieno di sbruffoni, di maniaci del sesso, di truffatori, di anziani ridicoli che non riescono a reggere il peso della propria sopraggiunta impotenza. Il nostro problema però è la triste consapevolezza di dover contare su di lui, dover dipendere dalle sue decisioni, dalle sue ricette per affrontare la crisi economica, che ovviamente lui non ha. Sembra quella scena da “Via col vento” in cui la protagonista chiede angosciata al padre “adesso come faremo?” e il padre risponde in modo insensato, mostrando chiari segni di squilibrio. Siamo un popolo in balia di un uomo che mai è stato all’altezza  di un ruolo istituzionale, ma che adesso soffre di una brutta vecchiaia, che lo rende inabile persino ad amministrare un condominio. Il guaio siamo noi, che non riusciamo a mandarlo in pensione, che non riusciamo a difenderci dall’offesa di essere da lui rappresentati, sbeffeggiati, derisi. Siamo un popolo che non riesce a pretendere il rispetto del ruolo della donna e della diversità di genere, che non riesce a difendere la libertà di espressione, il bilanciamento dei poteri dello stato, la sua laicità, che non riesce ad essere orgoglioso della propria cultura, che non riesce a ribadire il valore della contaminazione, un popolo che in tutta la sua gloriosa storia riesce ad attingere esempi solo dai tristi epiloghi dell’Impero Romano e della Repubblica di Salò. Il problema siamo noi e da questo momento in poi, ogni sua battuta sarà come detta da noi, ce ne dovremo assumere la responsabilità, perché nostra sarà la colpa di avergli permesso di rappresentarci e di non essere poi riusciti a pensionarlo dalla nostra storia.

Comments

2 comments on “Pensioniamolo dalla nostra storia”
  1. hai ragione, la netta analisi è ancora peggio della prima impressione

  2. federico ha detto:

    vediamo cosa ha detto:

    da sempre io conduco un’attività ininterrotta di lavoro e se qualche volta mi succede di guardare in faccia una bella ragazza: meglio essere appassionato delle belle ragazze che gay

    da “sempre” – ecco l l’immagine del semidio eroe lavoratore;
    conduco – insieme la tragica figura del condottiero, del capo, quasi fosse una battaglia, e la figura più leggera del conduttore, quasi si trattasse di una trasmissione televisiva;
    un’attività “ininterrotta” – come sopra l’eroe che lavora e non dorme mai;
    mi succede – è il caso che me le porta davanti;
    di guardare – nessun riferimento sessuale: guarda e basta;
    “una” bella ragazza – assolutamente normale, quasi si trattasse di girarsi a guardare “una” bella ragazza che passa per strada;
    essere “appassionato” di belle ragazze – quasi fossero automobili o quadri;
    che gay – chiaro messaggio mandato al suo elettorato composto in buonissima parte di anziani omofobi che la pensano esattamente come lui, e che viene sistematicamente amplificato da tutti i giornali della sinistra, che finiscono così ad essere strumenti della sua stessa propaganda
    credetemi sotto questa frase c’è il meglio della professionalità della comunicazione di massa italiana

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