L’argomento potrebbe sembrare frivolo, ma nasconde una questione etica non indifferente. Il fatto è che a casa mia è entrata Alexa.
Diranno alcuni: “…e chi è costei?” Ebbene, Alexa è una sorta di assistente vocale commercializzato da Amazon, in pratica un’intelligenza artificiale che fa da tramite fra noi e la tecnologia di tutti i giorni. Possiamo chiedere ad Alexa di accendere o spegnere qualsiasi dispositivo elettrico casalingo: la luce, la stufa, la televisione, l’antifurto e via discorrendo.
Ho avuto delle profonde resistenze ma poi ho dovuto soccombere alle pressioni familiari, ed eccomi come una scema a parlare da sola con una palla, che pure mi risponde:
“Alexa accendi la luce del soggiorno!”
“Ho acceso la luce del soggiorno.” mi risponde una gentile voce femminile, e così per ogni mia richiesta.
Lo so che gran parte dei lettori di questo post affermerà con veemenza che mai si piegherà a una simile diavoleria, ma a questi vorrei ricordare che simile prevenzione ha accolto l’ingresso fra le pareti domestiche della luce elettrica, poi del telefono fisso, poi della lavatrice, della lavastoviglie e del personal computer. Quindi abbiate fede che prima o poi capitolerete anche voi.
Il problema semmai è di ordine etico, perché comincio a sentirmi un’esponente della razza padrona d’altri tempi, una di quelle signore che dal personale di servizio, agitando un campanello, si facevano persino portare il bicchiere d’acqua.
Più volte in questo blog mi sono occupata dell’intelligenza artificiale, che è un campo che mi affascina e inquieta allo stesso tempo, perché più progressi fa la tecnologia più ci avviciniamo a un mondo di robot che convivono con gli esseri umani. Però questi robot che di umano hanno alcune caratteristiche, non ne posseggono la sensibilità, quindi possiamo tormentare di richieste Alexa senza che il suo tono di voce si infastidisca, senza che ad un certo punto ci lanci un vassoio in testa. Alexa risponderà sempre educatamente, qualunque sia il tuo tono di voce. Ho voglia io di ringraziarla ogni volta che mi accende la luce, lei non è programmata per la mia gratitudine, è il top del servilismo.
Così mi chiedo: e se a poco a poco Alexa ci abituasse a comandare il prossimo? Se la sua realtà virtuale entrasse nella nostra vita reale, rendendoci dispotici, maleducati, insensibili? Abbiamo tanto bisogno di solleticare il nostro ego, il nostro istinto a dominare il prossimo?
La storia dell’umanità non è che una lenta e prolungata educazione al rispetto del prossimo, con regole, codici etici, leggi, buone maniere; minacciate però da continue incursioni di un analfabetismo di ritorno che tende a riportarci ai nostri istinti proimordiali. Basta una guerra, una carestia, una pandemia, per resuscitare il nostro egoismo. Ma se adesso pure la tecnologia mette ostacoli alla nostra educazione all’empatia, davvero rischiamo di affondare nell’inciviltà.
Devi accedere per postare un commento.