I magnifici perdenti cominciano a vincere

Alla studentessa Martina che ieri mi domandava come si riesce nel proposito di scrivere, ho risposto che dipende dagli obiettivi che ognuno si pone. Certamente di fronte a quello di diventare ricchi e famosi è facile risultare perdenti, ma se lo scopo della tua scrittura è quello di far conoscere una storia a degli studenti siciliani ecco, posso dire che ieri mattina i miei personaggi hanno vinto, anzi spero che questa sia la prima di tante piccole battaglie superate; perché il mio scopo quando cominciai a scrivere nei primi anni duemila, era quello di raccontare una sicilia controcorrente, succube del latifondo e poi della mafia, ricca però di tante anime vive che hanno portato avanti le loro battaglie, nonostante tutto.

Ecco la premessa di una giornata bellissima che ha preso avvio mesi fa, quando la professoressa Gisella Mastrantoni dell’Istituto Ferrigno Accardi di Castelvetrano, dopo aver letto Elda, vite di magnifici perdenti, ha deciso di sottoporlo ai suoi studenti di terza e quarta e mi ha chiesto di partecipare alla giornata conclusiva dei lavori. Così ieri mi sono ritrovata nell’aula magna di questo bellissimo Istituto, affollata di studenti e docenti, con un panel di studentesse che, avendo studiato a fondo il romanzo, mi hanno sottoposto delle domandi molto colte e intelligenti, a cui spero di aver risposto in modo esauriente. Volevano capire come mai una ragazza come Elda ai suoi empi poteva avere il coraggio di rifiutare un matrimonio aristocratico per immergersi in una vita di battaglie, volevano capire i meccanismi che stanno alla base del sistema mafioso, volevano parlare delle guerre. E poi avevano organizzato da sole la presentazione del romanzo ai loro colleghi: hanno letto una mia biografia, la sinossi del romanzo e alcune pagine che avevano particolarmente apprezzato (il rifiuto di Elda, la zia Teresa, il racconto della catena umana a Palermo a un mese dalla strage di Capaci). Due di loro mi hanno anche dedicato “Quello che le donne non dicono” di Fiorella Mannoia, cantandomela dal vivo con le loro splendide voci. Che dire, conoscere questa scuola, a Castelvetrano, è stata una luce di speranza. Come spesso accade, dobbiamo ringraziare gli insegnanti che nonostante la burocrazia, la fatica e le difficoltà, portano avanti con entusiasmo la loro missione. L’Istituto Ferrigno è infatti una fucina di iniziative, fra cui un laboratorio di ceramica (mi hanno regalato due graziose testoline di moro) la produzione di olio dai loro ulivi (ieri sera ho cenato a pane e olio grazie a una bottiglietta donata dalla Preside) e tantissimi altri progetti e attività, perché buoni dirigenti e buoni insegnanti possono cambiare le vite dei propri studenti, e questi saranno certamente dei germogli in una realtà difficile. Grazie alla dirigente scolastica Caterina Buffa, grazie alle professoresse Gisella Mastrantoni e Vincenza Genna.

Questo è un invito ad altri dirigenti e docenti di scuole superiori siciliane, perché prendano spunto da questo progetto per replicarlo altrove, li raggiungerò con piacere in qualsiasi posto della Sicilia.

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