Ma cos’è la normalità?

Provo una particolare simpatia per le persone che rientrano nello spettro autistico, probabilmente perché ci rientro anch’io. Ritengo che alcune fra le persone che mi conoscono a questo punto direbbero: ma che c’entra tu sei normale, palesando il primo dei pregiudizi su questa cosa che non si conosce affatto. In questo caso la mia risposta sarebbe: ma cosa si aspetta la nostra società da una persona normale? Chi è normale e chi è diverso? Cos’è la normalità?

Questo mio discorso porterebbe molto lontano e non voglio farlo in questa sede, però invito a rifletterci su.

Torniamo alla cosa, detta autismo, detta disturbi dello spettro autistico, detta Asperger, dal pediatra Hans Asperger che per primo, nel 1944, pubblicò un saggio che identificava i sintomi dell’autismo e in particolare quello ad alto funzionamento. Si, perché in genere la gente chiama autismo quello con un basso funzionamento nelle relazioni sociali, caratterizzato a volte da mutismo, comportamenti ripetitivi, mancanza di empatia e frequenti crisi di rabbia. Ci sono però diversi livelli di funzionamento autistico, al punto che chi rientra nello spettro ad alto funzionamento può non accorgersene mai. Queste persone possono avere difficoltà nelle relazioni sociali, possono a volte dare delle risposte trancianti, possono non ascoltare perché assorte nei propri pensieri, possono passare da una passione all’altra, avere difficolta nei giochi di società, eccellere solo in alcune materie scolastiche e tralasciare completamente le altre. Superata però una adolescenza difficile c’è la speranza di trovare l’anima gemella, un lavoro soddisfacente e dedicarsi con affetto e dedizione alla propria famiglia. Ecco perché una persona come me viene definita normale.  In realtà normali sono tutti gli autistici, la loro intelligenza è nella norma, anzi è spesso oltre la norma. Quando un bambino risponde positivamente ai test sull’autismo i genitori vengolo consolati con l’elencazione di tutti i geni autistici che la storia ricordi: Mozart, Bob Dylan, Steve Jobs, Alfred Hitchcock, Michelangelo, Einstein, Van Gogh, Darwin, molti dei quali hanno ricevuto una certificazione postuma e frettolosa.

In effetti gli autistici hanno dei doni particolari, delle eccellenze in alcuni campi che però non sempre riescono a compensare il disagio creato loro da una società che li vorrebbe uguali agli altri. In generale, per quanto io abbia compreso in questo campo ancora molto da esplorare, le persone che rientrano nello spettro autistico vorrebbero poter coltivare indisturbati i propri interessi, ed essendo molto sinceri (addirittura incapaci di mentire) pretenderebbero la stessa cosa dagli altri. Ecco perchè riuscirebbero a sfinire chi mente con argomentazioni corrette.

Ora, andando alla cronaca di questi giorni, io ho provato un enorme disagio a seguito delle parole di Beppe Grillo dal palco del Circo Massimo, cito testualmente:

“Chi siamo? Siamo pieni di malattie nevrotiche, siamo pieni di autistici, l’autismo è la malattia del secolo… L’autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di Aspengen, c’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è quella sindrome di quelli che parlano in quel modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano un cazzo con quello che sta dicendo… hanno quel tono sempre uguale. C’è pieno di psicopatici…”

Mi hanno fatto male soprattutto le risate di un popolo (che non dimentichiamo è quello del partito di maggioranza relativa) abituato ad agire a comando, probabilmente senza neanche capire di cosa si stia parlando, m’è parso naturale fare un parallelo col nazismo. Per due giorni ho condiviso opinioni su facebook e ne ho scritto di mie. In effetti molti, me compresa, hanno avuto il timore (fondatissimo) che il governo volesse caricare nel carro dei diversi da noi anche i malati mentali, ma io so che gli autistici non sono malati mentali e probabilmente lo sa anche Beppe Grillo.

A ripensarci, questo orrendo sproloquio andrebbe collegato al continuo refrain contro le èlite culturali di cui si riempiono la bocca gli esponenti di governo, isomma quì si dà addosso all’intelligenza, di cui gli autistici sono ben forniti. Infatti il vaneggiamento di Beppe Grillo iniziava con c’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. La verità è che nella totale assenza di opposizione parlamentare questo governo vede il nemico nelle persone intelligenti, quelle che ai vaneggiamenti rispondono con l’inopinabilità delle cifre, quelle le cui argomentazioni fanno crollare i discorsetti a memoria degli esponenti della maggioranza. Se devo essere onesta io le allarmanti reazioni scomposte, tipiche di un disturbo mentale, le vedo in chi imbratta con la propria scarpa le carte di un commissario dell’unione Europea, proprio quello che boccia (per la prima volta nella storia) una manovra economica che non sta in piedi.  Ma la macchina della propaganda è talmente abile che d’ora in poi chiunque oserà criticare i numeri della manovra fiscale, così come le disumanità di alcuni provvedimenti, sarà chiamato autistico. Questo darà la stura ad un bullismo legalizzato contro una categoria di persone che non chiede altro che essere lasciata in pace, contro bambini i cui genitori si struggono perché l’ambiente scolastico sia meno traumatico possibile.

Grillo, come prima Berlusconi, coltiva con molta cura il suo bacino di utenza, preoccupandosi che resti sempre com’è, ignorante, credulone, impermeabile alla cultura e all’intelligenza.

Il Profetico Orwell è purtroppo sempre attuale.

Comments

One comment on “Ma cos’è la normalità?”
  1. gabrieleromano ha detto:

    la normalità non è sicuramente quella che ha i numeri più alti nella società…

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