E improvvisamente, dal vuoto che ha lasciato, ti rendi conto di aver trascorso gli ultimi 12 anni con una persona di 5 chili che comunicava con lo sguardo e i movimenti del muso, ed erano discorsi complessi contenenti tutte le parole imparate dal nostro lessico. La mia quotidianità, da secondo caregiver di Matilde, era un continuo dialogo con lei, fatto anche dei suoi rimproveri, dato il suo carattere dominante: perché stavamo ritardando il nostro pranzo, la nostra pennica, la nostra accovacciata sul divano in fronte alla TV. Confesso di essermi sentita controllata, come se abitassi ancora con mia madre, come se avessi in casa una severa governante, ma il suo amore era incondizionato e la sua intelligenza superiore. Dovendo scegliere il fine vita, ieri ci ha fatto capire che andava bene così, e fra leccate, bacini e carezze si è addormentata per sempre nella sua cuccia.








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