Elda cap 6, Debutto in società

Questo capitolo è letto da Lorenzo Davì

Nel primo anno di guerra suo padre aveva avuto due licenze, nelle quali aveva cercato di nascondere ogni preoccupazione. Elda aveva frequentato il primo liceo classico e la città aveva iniziato a cambiare aspetto.

La bella Piazza Politeama, che era sempre stata affollata di gente, adesso era triste e deserta. Ogni giorno, davanti agli occhi dei palermitani, si presentava qualche nuovo palazzo sventrato o graffiato. Niente più aiuole fiorite e il gas nebbioggeno[1] aveva fatto ingiallire le foglie dei grandi platani di via Libertà, dove ogni villino Liberty aveva perso la sua bella cancellata di ferro, fusa per dare il ferro alla patria[2]. La strada era ormai attraversata da rare automobili e qualche carrozzella.

Intanto c’era chi seguitava a condurre una vita normale come se nulla fosse: ai primi di giugno del ‘41 Elda fu invitata al debutto in società di una certa Giuliana, figlia di un’amica di sua madre, la quale festeggiava i suoi diciotto anni nella villa tardo-settecentesca di famiglia a Cardillo, una borgata a pochi chilometri dalla città verso occidente.

Wanda supplicò suo figlio Giulio di accompagnare lei e Elda a quella festa.

“Ma ti pare il momento di andare a feste?” rispose lui gelido.

“Lo sai che non vado al Circolo da quando è partito tuo padre, ma Giuliana è la figlia della mia migliore amica, questa è una cosa diversa!”

“Begli amici che hai! Se ne sono andati tutti senza neanche salutarti!”

Wanda rispose stizzita, quasi sul punto di piangere:

“La Baronessa Modica è veramente mia amica, altrimenti non ci avrebbe invitato! Quindi non ho intenzione di mostrarmi scortese!”

Elda pensò che Giulio fosse stato proprio cattivo, non c’era bisogno di far pesare alla mamma qualcosa che l’aveva ferita: era vero che senza neanche un biglietto di saluto, uno dopo l’altro gli amici del Circolo erano sfollati nelle proprie ville nobiliari suburbane, sottolineando lo spartiacque sociale che li separava da loro; così si rivolse affettuosamente a sua madre:

“Mamma… io ho piacere… di venire con te… “

“Va bene, allora se Giulio non vuole accompagnarci – disse Wanda ancora risentita – accetteremo il gentile invito dei Rosati ad andare nella loro automobile, sono così cari con me da quando sono rimasta sola…”

Così mamma e figlia, rispolverando gli abiti migliori, si avviarono quella sera alla festa nell’automobile della gentile coppia di anziani. La villa era priva di scalone esterno e aveva una facciata semplice ed elegante con un bel portone. Giunti al suo interno, Wanda consegnò sua figlia a Giuliana e ai suoi amici, prima di essere rapita dal salotto per le signore. C’era anche quel ragazzo con cui Elda, in precedenti occasioni al Circolo, aveva scambiato qualche sguardo, lei indossava un abito abbastanza semplice di organza di seta chiara, lui si chiamava Augusto e al suo nome di battesimo seguiva un cognome ufficiale, un di più il nome del casato oltre ad una sfilza di titoli nobiliari. Era un distinto giovane di 22 anni, slanciato e affettato nei modi. La sua famiglia era solita trascorrere lunghi soggiorni nei possedimenti sulle Madonie[3], luoghi in cui l’alta concentrazione di famiglie nobiliari consentiva villeggiature ricche di passatempi divertenti; dallo scoppio della guerra, ritirate le sorelle dal collegio delle suore, la famiglia era sfollata lì per un soggiorno più lungo del solito. Augusto si occupava, insieme al padre, dell’amministrazione di quei latifondi, ettari ed ettari di terreno fertile. Questo portava i due, che erano stati esonerati dalla chiamata al fronte, a visite periodiche in città per il disbrigo di alcune pratiche burocratiche.

Elda aveva già avuto modo di apprendere, dalla madre o da dame pettegole, che quel giovane, che sembrava sempre guardare nella sua direzione, era un partito da non lasciarsi sfuggire. Non poteva credere ai suoi occhi, era proprio lui che si interessava a lei? Tutte le ragazze gli stavano intorno dandogli a parlare e in certi momenti a lei sembrava di essersi sbagliata, per qualche momento si erano anche persi di vista ma poi se lo era ritrovato di nuovo accanto, possibile che la stesse cercando? Era lusingata dalle sue attenzioni e anche leggermente emozionata. A un certo punto Augusto si staccò dal gruppo e la invitò a ballare e dopo il primo ballo le chiese di danzare ancora con lui, le altre ragazze sembravano ingelosite e Elda, sebbene imbarazzata, era orgogliosa di essere stata prescelta come dama fissa. Infine lui le chiese di uscire all’aperto e andare nella parte di giardino illuminata, dove stavano passeggiando altre coppie e c’erano gruppi di ragazzi in circolo a conversare; poi però lui la portò in una parte del giardino meno illuminato, Elda non conosceva nulla dell’intimità che un giovane e una giovane potevano raggiungere: c’era già stato qualche ragazzo che le piaceva a scuola e soprattutto un compagno di classe di suo fratello, ma non aveva ancora avuto nessun contatto diretto. Quella sera invece sentiva una totale ubriacatura dell’anima, una sensazione di sospensione dalla realtà.

Temeva soltanto il momento in cui sua madre avrebbe iniziato a cercarla per ricondurla a casa. Ci fu invece il tempo abbondante per lasciarsi andare a conversazioni, durante le quali le mani si incrociarono e poi si sfiorarono provocando un piacere immenso e una paura colpevole. Le mani poi si strinsero e fu inequivocabile un qualche congiungimento dei due corpi. Augusto la attirò a sé, erano in un punto quasi buio e la iniziò a baciare, mai Elda avrebbe potuto immaginare che il bacio potesse comprendere quella sensazione d’intimità totale, ma l’abbraccio di lui che contemporaneamente la teneva stretta, facendo aderire le due figure, era qualcosa di più impudico ancora.

Era sconcertata dal suo stesso piacere, la sola sensazione del respiro di lui dietro l’orecchio le stava donando dei brividi, temeva il momento in cui si sarebbero dovuti staccare e guardarsi negli occhi imbarazzati. Nessuno la cercava, di quel passo cos’altro sarebbe successo di più intimo ancora? Continuavano a baciarsi e le sembrò che quell’unico atto fosse ripetuto all’infinito fino a quando sentì sua madre che la chiamava dalla grande porta a vetri. Riuscì bruscamente a ritrarsi con la testa bassa, lui le alzò il viso e la guardò con un sorriso soddisfatto e compiaciuto. Elda corse via, convinta che tutti avrebbero capito e che sua madre le avrebbe fatto una sfuriata, era rossa in viso e non riusciva a rientrare nella sua solita algida freddezza.

Non fu chiaro a Elda come sua madre avesse interpretato la sua assenza, fatto sta che in automobile la conversazione fra adulti mise in ombra l’imbarazzo della ragazza. Poi proseguendo verso la città Elda iniziò a sentirsi felice, mentre l’automobile percorreva quelle strade suburbane su cui si affacciavano giardini ricchi di fiori e di odori estivi, ripensava a quello che era successo, le sembrava di vedere la guerra allontanarsi, Augusto era solido e importante e accanto a lui la paura svaniva. Adesso la sua unica preoccupazione era capire se si sarebbe rifatto vivo.


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[1] il gas nebbiogeno veniva sparato durante i bombardamenti da camion militari italiani fermi al porto di Palermo e serviva per nascondere al nemico gli obiettivi strategici.

[2] Le belle cancellate in ferro di ville private e pubbliche, vennero asportate e fuse per dare il ferro alla patria. Ci sarebbero voluti decenni prima di rivederle al loro posto e alcune ville liberty sarebbero state demolite negli anni 60 per far posto a palazzi, prima ancora di aver ritrovato la loro compostezza originale.

[3] Le Madonie sono una catena di montagne siciliane in provincia di Palermo, che fanno parte dell’Appennino siculo, insieme ai monti Peloritani, ai monti Nebrodi (nella provincia di Messina) e ai monti del Palermitano. Sono la seconda catena montuosa della Sicilia, sia per altitudine che per estensione territoriale.

Comments

3 comments on “Elda cap 6, Debutto in società”
  1. A. ha detto:

    Molto bella questa storia

    1. felice del suo commento

      1. A. ha detto:

        😊

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