Gli ignoranti volontari

È la paura a generare ignoranza, o è l’ignoranza a generare paura? Credo sia vera la prima, cioè che l’incoscienza (letteralmente: mancanza di consapevolezza) aiuti a vivere tranquilli, mentre la conoscenza genera continui dubbi capaci di terrorizzare. I bambini molto intelligenti, quelli che si interrogano sulla genesi dell’universo, sono spesso tristi e angustiati, perché a fronte di una conoscenza quasi adulta, non hanno la necessaria maturità psichica per fronteggiare l’angoscia esistenziale.

Per gli adulti, invece, l’ignoranza è spesso un rifugio volontario, specialmente in una società come la nostra in cui la cultura sarebbe alla portata di tutti. Non parlo di licei e università, ma banalmente di scuola media dell’obbligo, quella in cui si studia la generica “scienza”, una materia che pone la fisica, la biologia e la geografia astronomica alla portata di tutti, non tanto perchè diventino scienziati, ma perché abbiano gli strumenti per capire quanto sia importante la scienza; quantomeno per avere il giusto rispetto verso il mondo scientifico, la cui autorevolezza è certificata da pubblicazioni e riconoscimenti internazionali.

L’epoca della mia infanzia è stata caratterizzata da un tasso altissimo di analfabetismo, risolto in parte dalla scuola dell’obbligo e dalla meritoria opera in TV del maestro Manzi. Quegli analfabeti non erano però ignoranti volontari, erano semplicemente rimasti esclusi dal sistema scolastico, e in genere si davano un gran da fare per colmare le proprie lacune, soprattutto perché sapevano che la cultura era l’unico ascensore sociale.

Invece l’ignorante del terzo millennio è volontario: non ha intenzione di apprendere, capire, porsi domande e mettersi in discussione ma, piuttosto che ascoltare chi su un determinato argomento ne sa più di lui, lo denigra, anche violentemente.

Ogni conquista della scienza si è scontrata con l’arroccamento di un’ignoranza trasversale capace di coinvolgere anche i colti dell’epoca. Adesso però il livellamento dell’informazione, che conferisce a un blogger pari dignità di una rivista storica, scientifica o economica, sta generando un’ignoranza di ritorno degna del più buio medioevo, in cui si arriva persino ad affermare che la terra sia piatta.

Ma è stata l’emergenza da Covid-19 a decretare lo scontro frontale fra scienza e ignoranza volontaria. Il mondo dell’informazione ha dato spazio a fanfaroni che promettevano soluzioni in dieci giorni, mentre gli scienziati, quelli veri, svelavano una scomoda verità carica di dubbi, parole difficili, tempi lunghi, ammissione di temporanea impotenza; perchè solo chi sa ha il coraggio di mostrare la propria ignoranza. La risposta più intelligente l’ha data una ricercatrice spagnola:

“Date a un calciatore un milione di Euro al mese e a un ricercatore 1.800. Adesso chiedete un vaccino. Andate da Cristiano Ronaldo o da Messi e loro vi troveranno la cura.”

Nonostante malpagati, gruppi di scienziati in tutto il mondo, hanno collaborato con case farmaceutiche e centri di ricerca riuscendo a produrre diversi vaccini anti-covid, soprattutto a sperimentarli nei tempi regolamentari sotto la stretta sorveglianza della comunità scientifica. Nel frattempo medici e infermieri combattevano in trincea con gli ammalati di Covid, rischiando di ammalarsi e morirne, ma sperimentando cure, condividendo intuizoni momentaneee, casistiche, colpi di genio. Una comunità globale che ha dato vita alla più grande rete virtuosa che si ricordi.

Agli altri è stato chiesto di stare zitti e buoni, avere fiducia e aspettare; e questo non è piaciuto a tutti. Gli ignoranti volontari non hanno gradito l’esclusione, soprattutto la dipendenza da chi parlava un linguaggio a loro inaccessibile, nè hanno accettato indicazioni da chi ne sapesse più di loro (almeno in quel determinato campo). Perchè caratteristica dell’ignoranza volontaria è l’aspirazione alla tuttologia, al controllo che si trasforma in diffidenza, all’invocazione di una libertà che si scontra nell’immediato con quella altrui. Non è infatti libertà quella di infettare gli altri o rifiutare il vaccino, è incoscienza.

E il caso del covid-19 è soltanto un piccolo incidente di percorso in un atteggiamento che andrà a peggiorare. Perché il terzo millennio vedrà aumentare il protagonismo della scienza nella politica e nella vita sociale, dal momento che un’irresponsabile mano dell’uomo le ha conferito il ruolo di Cassandra. E il mondo si dividerà fra coloro che reagiranno agli allarmi della comunità scientifica cercando di arginare il danno, e gli ignoranti volontari che troveranno tutte le scuse per non ammettere di aver paura.

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